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Storia della Chiesa Collegiata

Il fonte battesimale


La prima specchiatura che possiamo ammirare è quella centrale raffigurante il Battesimo di Gesù nelle acque del Giordano. Questa è un iconografia molto ricorrente e ci porta alla mente l'opera, data 1474 e 1475, del maestro fiorentino Verrocchio, presso il quale il giovane Leonardo da Vinci, lavorò e lasciò il suo segno nella figura dell'angelo e del paesaggio. Gli angeli si trovano inginocchiati sulla sinistra e una dei due spiega un panno per asciugare il Cristo, collocato in posizione centrale e affiancato da Giovanni in atto di battezzarlo con l'acqua, mentre dall'alto il Battesimo dello Spirito è simboleggiato dalla colomba irradiante raggi divini. Il fonte è collocato entro una nicchia ricavata nella parete e alcune specchiature sono difficilmente visibili a causa della vicinanza col muro. Vi vengo rappresentate le principali virtù Cristiane, cioè le tre cardinali: Fede, Speranza e Carità, e le quattro teologali: Giustizia, Prudenza, Fortezza e Temperanza. Aggirando il fonte, a partire da destra, nel primo riquadro troviamo raffigurata la Carità, intesa come amore per Dio e per il prossimo e questo dualismo viene riassunto da una donna che allatta un bambino, e quindi aiuta un essere indifeso, e contemporaneamente tiene nell'altra mano una coppa da cui divampa una fiamma a significare il fuoco divorante dell'amore per Dio. Una fanciulla alata con lo sguardo rivolto al cielo e le mani giunte rappresenta, nella seconda specchiatura, la Speranza,con un immagine che allude alla gloria futura. Nella terza troviamo la Temperanza: il temperante nel Medioevo era colui che si asteneva dal bere, ed ecco che questa virtù viene rappresentata da una figura femminile che versa del liquido da un'anfora in un'altra, mescolando così il vino con l'acqua. Nella quarta la Prudenza è una donna che tiene una serpe nella mano: l'immagine deriva dal versetto del vangelo di Matteo (10,16) "...siate dunque prudenti come i serpenti". Nella quinta troviamo l'unica figura maschile e rappresentante la Fortezza, virtù che attesta coraggio, capacità di sopportazione e forza, raffigurata da un guerriero in armatura con la spada che gli pende dal fianco, accanto ad una colonna spezzata che che è stata ereditata dall'iconografia mitologica di Sansone. La Giustizia, nella sesta specchiatura, è una donna che ha una spada, simbolo di potere, e una bilancia, indicedi imparzialità. L'ultima specchiatura infine è occupata dalla Fede: una figura allegorica femminile che sorregge la croce e il calice eucaristico. Sulla sommità il fonte è arricchito da un piccolo tondo bronzeo raffigurante il Cristo crocifisso, eseguito nel 1991 dalla scultore Nello Bini insignito del Pergamo d'oro 1990. La datazione di quest'opera è precisa, perché sulla cornice superiore viene ricordato l'anno in cui fu scolpita, insieme al nome dei committenti. La cornice inferiore accoglie invece un'iscrizione latina assai ampollosa che fa le lodi dello scultore paragonando la sua abilità a quella di Fidia: il riferimento al mitico artista della classicità è molto frequente a partire dal Medioevo. Certo è che Domenico lavorando come scultore attivo nel Camposanto monumentale di Pisa si creò una certa fama e fu molto apprezzato nel contado pisano, dove fu attivo sino alla fine 1470.

 

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